Giovedì sera, allo Stade de France a Parigi, si giocherà Francia-Israele, partita valida per la quinta giornata della Nations League. Una partita che – proprio come quella del mese scorso a Udine – non avrebbe mai dovuto avere luogo. Eppure, né la UEFA, né il governo francese ci vedono un problema, anzi, tutt’altro.
Il governo Macron ha – nonostante le violenze dei tifosi israeliani ad Amsterdam, i cori razzisti e un odio mai nascosto verso chi sostiene la causa palestinese – trasformato questa partita contro Israele in una questione di Stato. Invece di rifiutarsi di ospitare la squadra nazionale che rappresenta uno Stato che commette un genocidio, preferisce reprimere e criminalizzare chi sostiene la pace e la libertà del popolo palestinese.
A seguito della coreografia pro-palestinese degli ultras del PSG, il ministro dell’Interno Bruno Retailleau e il ministro dello Sport hanno raccomandato misure severe, costringendo di fatto il club di Nasser Al-Khelaïfi a vietare le coreografie nella tribuna Auteuil fino alla fine del 2024.
Le autorità hanno inoltre deciso di proibire la bandiera palestinese allo Stade de France in vista della partita contro Israele di giovedì 14 novembre. “Non possono esserci messaggi di carattere politico negli stadi, comprese le bandiere palestinesi. All’interno dello stadio saranno autorizzate solo le bandiere francesi e israeliane”, ha dichiarato il prefetto di Parigi, Laurent Nuñez. Un tono in netto contrasto con le immagini dei Giochi Olimpici 2024, dove la bandiera palestinese è stata esibita durante le partite della squadra nazionale israeliana in segno di protesta, senza particolari problemi. Cosa è cambiato da allora?
Nel contesto attuale, si respira un’aria di criminalizzazione dei movimenti di solidarietà con la Palestina, mentre i paesi occidentali continuano tranquillamente a vendere armi al governo israeliano. Lo scorso 30 ottobre, una deputata della maggioranza del governo francese ha presentato una proposta di legge per condannare quelle che definisce “le forme rinnovate di antisemitismo”. Un modo mascherato per rendere illegale il sostegno alla Palestina e criminalizzare qualsiasi espressione che denunci il carattere coloniale dello Stato di Israele.
Una città blindata per garantire la “sicurezza”
Parigi sarà blindata per questa partita classificata come “ad alto rischio”: più di 4.000 agenti di polizia saranno mobilitati, di cui 2.500 nei dintorni dello Stade de France e altri 1.500 a Parigi e nei trasporti pubblici. Sarà istituita una zona di sicurezza di tipo “antiterrorismo” attorno allo stadio, con un doppio controllo.
Allo Stade de France saranno presenti il presidente Emmanuel Macron, così come i suoi due predecessori François Hollande e Nicolas Sarkozy, oltre al primo ministro Michel Barnier.
Il significato politico di queste presenze è chiaro: come ha fatto sapere l’entourage di Macron, si tratta di inviare “un messaggio di fraternità e solidarietà dopo gli atti antisemiti intollerabili che hanno seguito la partita di Amsterdam”. Le questioni legate a questa partita non sono solo di sicurezza, e il governo francese intende sfruttare la visibilità per mostrare al mondo che è unito con il suo alleato israeliano.
Sugli spalti, il grande assente, invece, sarà il pubblico. Sono stati venduti appena 20.000 biglietti, la più bassa affluenza nella storia dei Bleus allo Stade de France. Una prova che questa partita rappresenta un problema per coloro che difendono la pace e la libertà. Per comprendere meglio questa mancanza di entusiasmo, gli Irrésistibles Français (IF) – il principale gruppo di tifosi della Francia – hanno condotto un sondaggio tra diverse centinaia dei loro membri.
Se una buona parte afferma semplicemente di “non essere disponibile”, risulta che per il 45% degli intervistati “l’identità dell’avversario” spiega la scelta di non partecipare: il 30% a causa del dispositivo di sicurezza creato per l’arrivo di Israele e il 15% dichiara un boicottaggio per motivi politici.
Manifestazioni previste: “Non si gioca con il genocidio!”
Numerose organizzazioni della sinistra francese hanno lanciato diversi appelli a manifestare, il giorno e la vigilia di Francia – Israele, per denunciare la complicità nei confronti del genocidio a Gaza e per chiedere “un cessate il fuoco e giustizia”. Allo stesso tempo, le autorità francesi hanno autorizzato l’organizzazione, mercoledì 13 novembre, di una serata di gala dell’estrema destra promossa dall’associazione “Israël is forever”. Dopo il 7 ottobre, la sua presidentessa aveva dichiarato, tra l’altro, che “a Gaza non c’era nessuna popolazione civile innocente”.
Questa iniziativa mira chiaramente ad aumentare la tensione alla vigilia della partita. Bezalel Smotrich – membro del governo israeliano e noto per fare l’apologia del genocidio – era annunciato come ospite d’onore di questo gala.
Il giorno di Francia – Israele, il collettivo Urgence Palestine invita a radunarsi a Saint-Denis alle 18:00 per esprimere la propria opposizione a quello che alcuni definiscono un “match della vergogna”. In ogni caso, non sarà una partita come le altre. Forse allora i giocatori e il pubblico presente sentiranno questo slogan: “Non si gioca con il genocidio!”.
Version française: Ambiance sécuritaire pour accueillir l'équipe d'un Etat génocidaire
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